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domenica 24 giugno 2007

Fragoline di bosco

Non ho niente da dire. La sazietà ed il benessere uccidono l'artista ed il poeta. Chi sente il capo
schiacciato dalla malvagità dell'oppressore si dibatte nel tentativo di scrollarsi di dosso il peso che l'opprime. Non c'è rivoluzione senza tirannia, non c'è rivolta senza ingiustizia. Un mondo in pace sa di noia mortale. Ma non c'è pericolo: l'uomo non è fatto per la vita tranquilla equa e solidale.

Dopopranzo ho portato Maria Luisa in montagna. Volevamo fare un salto a trovare papà. Avevo in serbo per lei la visione di alcuni luoghi che ancora non conosce. Prima di arrivare al paese abbiamo fatto una deviazione verso il piccolo laghetto di Bongi. Chi non è delle nostre parti non può conoscere questa esigua riserva d'acqua per una delle tante centrali giù in fondo alla valle. Ci siamo arrivati con calma, senza fretta, assaporando il piacere del viaggio con la piacevole compagnia di noi stessi.

Abbiamo lasciato l'auto nel solito spazio dove la parcheggiavo anche gli anni passati quando ci venivo con Santina ed i figli piccoli. E' stato bello vedere dall'alto lo specchio d'acqua per ampio scorcio. Una volta la fitta vegetazione ne impediva la visione. Giù in basso, sulle sponde, ci siamo fatti il bagno nei sali d'argento. Chi non ha visto quel film non può capire ed un po' di mistero non guasta.

Mano nella mano ci siamo incamminati lungo la vecchia strada che conduce al fienile di papà. La frondosa volta del bosco era per noi riparo dalla calura pomeridiana ed insieme strizzava l'occhio al nostro incedere estatico ed intimo.

Lo sguardo in basso per mettere i piedi all'asciutto ed evitare di sporcarci le scarpe nei tratti ancora umidi per le recenti piogge. Fra il verde alcuni puntolini rossi calamitano la nostra attenzione. Fragoline di bosco, minuscole, ma dense di gusto per il nostro diletto. Piccoli cuoricini come viatico sul nostro cammino. Il benessere non dev'essere poi tanto diverso da questo.

Attraversando per piccolo tratto il bosco di proprietà raggiungiamo poi la piccola radura dove il fienile solitario è testimone austero delle stagioni che colorano la valle sul cui fondo noi ora ci troviamo. Leviamo lo sguardo in alto e scorgiamo le case periferiche del paese paterno. Tutto questo un giorno sarà nostro, ma lo è già. Non per possederlo. Bensì per amarlo ed averne cura, se non l'avremo ceduto a qualcun altro per poco denaro.

Qualche altro passo nel verde prato, un giro intorno all'edificio, quasi per controllare che tutto sia in ordine anche se ormai nessuno se ne cura più di tanto. Un bacio sotto le fresche frasche. Il rammarico di non aver portato al seguito una coperta da picnic, un saluto ai signori del fienile appresso ed è già ora di rientrare per passare da papà.

Poi per strada altre fragoline di bosco ammiccano e noi ci chiniamo a raccoglierle.

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