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mercoledì 19 agosto 2009

Mio nipote

Da diverse settimane accarezzo l'idea di scrivere qualcosa su mio padre. Questa mattina, mentre mi radevo, m'è invece venuta voglia di scrivere qualcosa su mio nipote Davide, il figlio di Piera.

Il mese scorso, nonostante il grosso scossone per la perdita della madre, è riuscito a completare gli studi superando gli esami della scuola superiore ad indirizzo alberghiero a cui era iscritto. Grazie all'appoggio di uno dei suoi professori, già lo scorso anno aveva prestato servizio come cameriere al Gran Hotel di Molveno durante tutto il periodo estivo. Visto il buon esito dell'esperienza precedente, i gestori dell'hotel hanno manifestato il desiderio di ripetere tale rapporto di lavoro anche quest'anno.

Qualche giorno fa, approfittando del nostro periodo di vacanza, siamo andati a trovare Davide. In questo periodo, causa il grande afflusso di turisti nella struttura presso cui opera, non ha molto tempo libero e quindi avremmo potuto vederci solo nel pomeriggio.

Coincidenza vuole che nello stesso paese si trovi in vacanza anche una cara amica di Maria Luisa e, per così dire, abbiamo preso due piccioni con una fava, visitando l'una il mattino e l'altro dopo pranzo.

Non ero mai stato a Molveno. La fotografia del luogo è veramente notevole. In uno spazio relativamente ristretto c'è la possibilità di accontentare sia gli amanti dell'acqua e dei bagni di sole che quelli della montagna e delle salite ardite.

Mentre ci recavamo a pranzo in un locale tipico consigliatoci dall'amica di mia moglie, Alessandra riceve un SMS di avviso da Davide che forse riesce a liberarsi un po' prima, intorno alle 14 e trenta. Mentre pranziamo ci coglie un po' d'ansia di far tardi all'appuntamento a causa della lentezza con cui siamo serviti. Infatti il ristorante, situato in un vecchio maso, non è troppo capiente e l'afflusso continuo di persone ha creato qualche disguido.

Terminato l'ottimo pranzo, siamo tornati a recuperare l'auto per andare all'hotel che si trova un po' fuori del paese. La collocazione mi sembra strategica per ammirare contemporaneamente il lago e le cime dolomitiche del gruppo del Brenta.

Quasi con sincronismo perfetto, nonostante il nostro temuto ritardo, arriviamo nel piazzale dell'albergo proprio mentre Davide ci comunica via telefono che è in stanza a cambiarsi.

Di lì a poco ne esce: maglietta a vivaci colori, pantaloncini e ciabatte infradito, come un perfetto vacanziero. Probabilmente vorrebbe allontanarsi subito dalla struttura per staccare veramente dal lavoro, ma io insisto per dare con lui un'occhiata intorno all'hotel e fare qualche foto di rito.

Poi con l'auto torniamo nuovamente in centro al paese per accedere all'ampia spiaggia che dà sul lago. Fa caldo, molto caldo. Mio padre, che ben volentieri si è unito a noi in questa escursione-visita, si rifugia sotto una pianta. Dopo poco Maria Luisa ed io lo seguiamo. Alessandra e Davide restano invece ancora un poco al sole raccontandosi i fatti loro. Mi sembra il momento adatto per una bevanda rinfrescante. Raccolgo le richieste e assieme a mia moglie mi dirigo verso il bar lì vicino.

Davide inizia a sorseggiare la sua bibita, ma subito dopo sente irrefrenabile l'impulso di tuffarsi in acqua. Ripone gli occhiali ed il cappello; si toglie la maglietta e poi con passo lesto si avvicina allo specchio d'acqua. Io non ho avuto il coraggio d'immergervi neanche i piedi, ma non credo che la temperatura sia troppo gradevole. Infatti Davide, dopo essersi bagnato fino alla cinta, ne esce quasi subito, dato che il sole è sparito coperto da una nuvola. Ma solo per un istante e subito riappare coi suoi cocenti raggi. Mio nipote ritorna allora in acqua con maggior decisione. Si tuffa e con ampie, vigorose bracciate si porta un po' al largo. Mi coglie un attimo d'apprensione per lui. E se un colpo di freddo lo bloccasse e lo facesse andare giù in queste profonde e gelide acque?

La paura dura un attimo. Lui è un buon nuotatore e con diverso stile raggiunge la riva e si stende al sole per asciugarsi. Questa volta mi avvicino di più anch'io e riesco a fargli qualche domanda e a farmi raccontare qualcosa del suo lavoro.

Davide è maggiorenne da pochi mesi, ma ha già la struttura dell'uomo fatto. E' vero che negli ultimi mesi non ci siamo visti poi tanto, ma mi sembra cambiato un sacco, o forse questa accelerazione gliel'ha data la vita, mettendolo bruscamente di fronte alle sue responsabilità.

Il tempo passa veloce e presto dobbiamo ritornare al Grand Hotel. Alle 17 deve riprendere servizio e vedo in lui il ragazzo, ormai uomo, che vuole fare bene il suo dovere, con precisione e puntualità.

Prima di salutarci sale in camera a cambiarsi. Scende quasi subito con la cravatta ancora da annodare. Lo spazio ancora per una foto veloce accanto a mia figlia Alessandra e subito si congeda da noi.

Bravo Davide! Mamma Piera dall'alto vede ed è fiera di te. Continua così. Anche tuo zio è orgoglioso di te.



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