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domenica 23 agosto 2009

Mio padre

Ed ora, caro papà, è maturo il tempo per scrivere qualche parola su di te. Ti confesso, ed in realtà l'ho già fatto, che desideravo parlarti, come in un faccia a faccia, da parecchio tempo, ma poi accantonavo l'idea per una sorta d'imbarazzo perché tu sei molto di più di quello che le mie povere parole possono dire e non volevo farti torto.

Ora che le ferie sono terminate e fra noi e te, fra la mia e la tua famiglia, è stata ripristinata una sorta di distanza, forse la cosa mi viene più facile perché è con un certo distacco che a volte si riescono a soppesare meglio le parole.

Già, la famiglia. Ora la tua, almeno stando all'anagrafe, si compone di te soltanto. Quando c'era mamma, un solo elemento in più, sembrava ben più numerosa. Vedi come la persona amata può riempire a tal punto la nostra esistenza?

Adesso che ti sei riabituato un poco a star solo, riesci a dire che non hai bisogno di nessun'altra donna accanto. Tempo fa ti dissi che la scelta era tua. Se qualcuno di caro avesse voluto condividere con te alcuni momenti di questo tuo tratto di vita, a me stava bene. Anzi, mentre mi sono sentito libero di decidere come condurre la mia vita affettiva, ho provato quasi imbarazzo nell'abbozzare qualche consiglio per te.

Ti sei preso cura di mamma, quando ormai in casa non bastava più a se stessa, con un amore così generoso e paziente da aver coperto, ne sono sicuro, ogni tua piccola manchevolezza passata. Ti ho ammirato, non come un padre che ammira un figlio, ma come un figlio s'inorgoglisce per il genitore trovando in lui ancora mille motivazioni di stima, nonostante la sua età avanzata possa far pensare che tutto è definito e non ci saranno più sorprese.

Lo sai che tra me e te i rapporti non sono sempre stati facili. Ricordo che anni addietro ho causato in te sofferenze che non avresti voluto perché esigevo da te qualcosa che credevo tu non riuscissi a darmi. Poi, quando Santina se n'è andata, i miei occhi si sono aperti ed ho visto che quello che cercavo era sempre stato lì accanto a noi, anche se non riuscivo a vederlo.

Tu non sai che Alessandra, in questo periodo, sta vivendo le stesse difficoltà di relazione. Sono un passo obbligato della sua crescita, lo capisco benissimo. Ma in queste piccole o grandi incomprensioni vedo le nostre di un tempo ormai lontano: mi sembrano proprio le stesse. Mi rendo conto che non c'è nulla di sbagliato o d'insanabile. Forse a volte c'è qualche momento di stanchezza oppure qualche disattenzione in più da parte mia che rendono il dialogo difficoltoso. Siamo qui per andare avanti ed ascoltarci e se qualcosa non è andata per il verso giusto, possiamo fare meglio.

Torniamo a noi, perché sono tante le cose che vorrei dirti e sicuramente me ne dimenticherò qualcuna.

Poco prima di Natale mi hai commosso ed ho faticato a nasconderti le mie lacrime. Avevi giocato al lotto e con quella piccola vincita hai pensato di fare a tutti noi un regalo: una confezione di profumo. Più che il dono in sè, che comunque ho apprezzato tantissimo, mi ha fatto piacere il gesto stesso. Ormai credevo che fossi solo io a dovermi occupare di te, con un gesto, con una gentilezza. invece tu mi hai sorpreso e mi hai fatto capire quanto amore puoi ancora darmi.

E' nell'ordine naturale delle cose vedere invecchiare i propri genitori e poi perderli. Con mamma è già stato così. In verità non ho sofferto molto per la sua morte perché mi sembra di averla ancora accanto. Mi sembra che lei viva ancora dentro di me. Mi sembra di sentire la sua voce e qualche volta ho come l'impressione che la mia bocca pronunci le sue e non le mie parole. Quanto l'abbiamo ammirata, questa tua moglie e nostra madre, per le cose dette, ma soprattutto per quelle fatte con instancabile operosità. Maria Luisa, quando ti sente parlare e raccontare di lei, mi dice spesso che le dispiace di non essere riuscita a conoscerla un po' di più e che sicuramente le sarebbe piaciuta.

Poi ci sono anche i momenti tristi, quando voi genitori non state bene e noi figli temiamo che sia vicino il tempo del congedo. Con la tua dipartita non avrò più nessuno dietro le mie spalle: gli affetti migliori saranno solo di fianco oppure davanti a me e mi sembrerà di essere scoperto e debole da un lato. Per fortuna questi timori svaniscono presto perché le tue energie, nonostante l'età, sono ancora buone e tu ci sorprendi quotidianamente per tutte quelle cose che riesci ancora a fare e che a noi, con oltre trent'anni in meno, costano invece un sacco di fatica.

Mi piace continuare a vederti così, anche se il futuro potrà riservarci qualcosa di diverso che sapremo accettare. Nelle sere d'inverno, davanti ad un piatto di polenta, continuerai a raccontarci della tua gioventù, dei tuoi anni di lavoro in Australia. Le tue memorie saranno la nostra consolazione in questa vita che a ben vedere riesce a darci più di quanto è in grado di toglierci.









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