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sabato 27 agosto 2011

Vita a due

 Da quando ho deciso di aprire questo blog, mi sono assunto l'impegno personale di essere presente su queste pagine con almeno un contributo mensile. In questi ultimi giorni di agosto, lasciate ormai le ferie alle spalle, di tanto in tanto andavo pensando a cosa scrivere, a quali argomenti toccare nel mio prossimo trafiletto.

Come accennato anche in altre precedenti occasioni, Alessandra è andata a Madrid per partecipare alle Giornate Mondiali della Gioventù. Stavo considerando l'idea di stendere qualche riflessione sulla GMG 2011 vista da fuori, sfiorandola dall'esterno per comunicare più le mie sensazioni invece che riportare quelle di mia figlia. Mi sembrava però di non individuare spunti sufficientemente interessanti da condividere con i miei pochi lettori e quindi avevo finora rinunciato ad accendere il PC.

Mentre ancora indugiavo nel letto, più per insistenza di mia moglie che per reale stanchezza, stavo considerando che ormai manca solo una settimana al matrimonio del nostro collega di lavoro. Perdurando questo caldo che ci sfianca con punte di calore ben al di sopra della media stagionale, chi ha voglia di mettersi in abito da cerimonia per partecipare ad un evento che, secondo una diffusa opinione, è ritenuto abbastanza "pizzoso" e viene visto come una pesante costrizione da subire per divere ore? E' così che mi sono alzato ed ho aperto il portatile per iniziare a scrivere, fra lo stupore di Maria Luisa che mi avrebbe voluto a riposo ancora per un po', mentre lei era in piedi già da un pezzo e si stava preparando ad uscire di casa per le spese settimanali.

Voglio tornare indietro con il pensiero all'anno 2005. In quel periodo sembravano aprirsi per me le prospettive di un nuovo cammino a due. La mia attenzione si era soffermata su una donna dalle indubbie qualità che avrebbe potuto farsi spazio nel mio cuore e a cui speravo di dare quell'amore che la morte di Santina non aveva spento. Mi sono fatto avanti e mi sono dichiarato, ma non c'è stato verso. Nonostante fossi preparato ad una non immediata reciprocità, mi sono sentito annichilito oltre modo per quel rifiuto così perentorio e laconico. Questo stato emotivo ha gravato su di me più del dovuto anche per il fatto che in quel periodo mia madre cominciava a manifestare evidenti sintomi di quella che poi sarebbe stata la sua malattia ed io, privato di un affetto su cui contare, rischiavo di cadere in un baratro profondo.

Ricordo che durante l'estate ero salito in montagna con i miei ragazzi per trascorrere un po' di tempo in compagnia dei miei genitori. Dopo pochissimi giorni, non riuscendo a sopportare la pena per mamma che si perdeva nelle normali faccende di casa, a malincuore, quasi sentendomi un vigliacco, presi la decisione di tornarcene a casa. Lo facevo per me stesso e per i miei figli, pur sapendo di causare una grave sofferenza ai miei genitori con la mia improvvisa dipartita. Così vulnerabile, temevo di cadere in depressione. Quello stato di prostrazione dell'animo che tanto avevo combattuto dopo la perdita di Santina, ora poteva tornare più acuto e farmi commettere qualcosa d'irreparabile.

Bisogna sapersi leggere dentro e trovare sufficiente lucidità per imboccare la via giusta e sottrarsi con decisione al proprio annullamento. In quel momento ho ritenuto che fosse più importante voltare le spalle a chi mi aveva messo al mondo e tornarcene nella nostra abitazione per ripristinare un equilibrio psichico che si stava compromettendo. E così è stato. Non rimpiango la scelta fatta, ma la pena per la mia defezione è ancora grande. Avrei tanto voluto aver modo di potermi comportare diversamente.

Poi con l'autunno una nuova speranza. Ma non ho intenzione di dire molto in merito a questa seconda occasione perché ne ho già parlato con diffusione nel post "L'orchidea" e, se siete interessati, potete andare a rileggerlo premendo sull'apposito link (gennaio 2007).

Dopo quest'ennesimo fallimento sentimentale ho come avuto uno scatto dell'animo. Non riuscivo a rassegnarmi all'idea di vivere questa seconda parte della mia vita senza una compagna accanto che potesse condividere con me le gioie ed anche i momenti meno lieti. Ora però sentivo dentro come un freno. Non mi sarei più rivolto attivamente a nessuna donna, ma sarei stato ad aspettare con fiducia e speranza. La mia vita sarebbe tornata ad avere un senso così denso e pieno come solo mi sembrava potesse avere con accanto una compagna da amare, anche con difficoltà, giorno per giorno.

E' passato l'inverno ed è stato per me come il seme sotto la neve. Le potenzialità di un nuovo germoglio c'erano già tutte, ma non si vedevano ancora. Con gennaio 2006 è partita l'avventura di "Piccola Anima" che mi sta tenendo impegnato in tutti questi anni e che davvero raccoglie il mio pensiero, anche quello più intimo. Meditavo di trascorrere la successiva Pasqua in maniera differente dalle altre e quindi mi sono iscritto per tempo ad un pellegrinaggio a Lourdes con i ragazzi. Non ci andavo da ammalato o per accompagnare qualcuno con problemi di salute. O meglio, se una pena c'era, più o meno inconsciamente me la portavo dentro e non sapevo che là in quel posto, sotto la protezione della Vergine Maria, avrei sperimentato la Grazia più che in altri luoghi.

La mia fede ne è tornata rinsaldata. Ma non solo. In quel viaggio c'è stata l'occasione d'incontro con una persona speciale che dapprima avrebbe voluto trascorrere la Settimana Santa da qualche altra parte in un soggiorno di villeggiatura. Ma poi, venendo a mancare il numero minimo di partecipanti per organizzare il viaggio verso la destinazione prescelta, quasi fosse un ripiego, aveva scelto di venire a Lourdes con l'amica Flavia.

Oh Signore, quanto sono imperscrutabili i tuoi sentieri. Quanto le tue vie sovrastano le nostre vie. Non hai lasciato le mie ossa ad imputridire nella tomba, ma mi hai risollevato dagli inferi. Per questo ti rendo grazie e ti lodo, mio Dio.


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